INAIL e “Fase 2”: il documento per la prevenzione e la sicurezza

L’INAIL ha pubblicato un documento tecnico – approvato dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile – contenente le indicazioni sulle misure di contenimento del contagio da Coronavirus nei luoghi di lavoro, al fine di affrontare la graduale ripresa in sicurezza delle attività produttive e di garantire adeguati livelli di tutela della salute.

Il testo è suddiviso in due parti.

La prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio secondo tre variabili: l’esposizione, intesa come la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative (es. settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali…); la prossimità connessa ai processi lavorativi (es. specifici compiti in catene di montaggio, professioni mediche…) per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità; l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso “terzi” (es. ristorazione, commercio al dettaglio, spettacolo…).

Alla luce di questo, l’INAIL ha anche allegato al documento stesso – con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza della situazione – un dettaglio dei settori produttivi con relativa attribuzione della classe di rischio.

La seconda parte si concentra, invece, sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici, anche in considerazione di quanto già contenuto nel Protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali lo scorso 14 marzo 2020 (aggiornato il 24 aprile).

Dalla lettura del testo, emerge con forza la necessità sia di un coinvolgimento di tutte le figure della prevenzione aziendale sia della partecipazione consapevole e attiva dei lavoratori, al fine di coadiuvare il datore di lavoro – che dovrà anche integrare il DVR –nella puntuale attuazione delle misure.

Da un punto di vista dell’organizzazione,il documento si focalizza sulla gestione degli spazi di lavoro che dovranno essere rimodulati nell’ottica del distanziamento sociale, compatibilmente con la natura dei processi produttivi: si dovranno differenziare situazioni nelle quali i lavoratori possono operare da soli da quelle di lavoro “di squadra”, nonché porre attenzione sulla gestione degli spazi comuni (mense aziendali, spogliatoi etc…) per cui dovranno essere previste una ventilazione continua degli ambienti, una turnazione nella fruizione e una riduzione del tempo di permanenza all’interno degli stessi, oltre a un adeguato distanziamento.

Per ciò che concerne la gestione di fornitura di merci, invece, il documento sottolinea come l’accesso di esterni dovrà avvenire secondo modalità, percorsi e tempistiche ben definite dall’azienda; al contempo, per le attività di carico/scarico si dovranno rispettare le dovute distanze sociali.

Tutto ciò dovrà essere accompagnato da una diversa organizzazione degli orari che, possibilmente, dovranno essere diversificati al fine di favorire il distanziamento e la riduzione del numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro nonché di assembramenti all’entrata e all’uscita: la riduzione di aggregazioni diviene, infatti, fondamentale anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa, con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico, per cui viene comunque raccomandato l’uso di mascherine per tutti gli occupanti.

Oltre a questo, viene ribadito il ruolo primario dello smart working, soprattutto per le attività di supporto gestionale/amministrativo, nonché l’esigenza di evitare – quanto più possibile – riunioni in presenza, favorendo collegamenti a distanza.

Per quanto concerne, invece, le misure di prevenzione e protezione, ruolo primario è ricoperto dall’informazione – per cui si invita a utilizzare soltanto fonti ufficiali, quali Ministero della Salute, ISS etc… – e dalla formazione dei lavoratori che dovranno essere resi ancor più consapevoli del loro ruolo e dell’importanza dei loro comportamenti individuali.

Oltre a ciò, l’INAIL ribadisce gli obblighi di sanificazione degli ambienti e, più in generale, di adozione di misure igieniche di base: a tal fine, l’azienda dovrà affiggere poster/locandine/brochure che pubblicizzano le suddette misure, mettere a disposizione idonei mezzi detergenti per una frequente pulizia delle mani, mascherine chirurgiche (specie per gli spazi comuni) e, soprattutto, garantire la pulizia giornaliera dei locali, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni nonché una sanificazione periodica.

Altro aspetto è quello concernente la sorveglianza sanitaria e la tutela dei lavoratori fragili: a tal proposito, l’Istituto invita le aziende –specie quelle dove non è già presente il medico competente – a nominare, in via straordinaria, un medico ad hoc per il periodo emergenziale o adottare soluzioni alternative, anche con il coinvolgimento delle strutture territoriali pubbliche (servizi territoriali, Inail…) che, come per altre attività, possano effettuare le visite, magari anche a richiesta del lavoratore; per quanto concerne, invece, i soggetti più a rischio (per età o per patologie pregresse), viene avanzata la proposta di introdurre una “sorveglianza sanitaria eccezionale”.

In conclusione, con la finalità di prevenire l’attivazione di nuovi focolai epidemici, l’INAIL – oltre alle misure di igiene già richiamate – richiede l’attuazione della procedura del controllo della temperatura corporea sui lavoratori, prima dell’accesso al luogo di lavoro (secondo le modalità di cui al Protocollo del 14 marzo), nonché di particolari procedure nel caso di lavoratore che sviluppi sintomi durante lo svolgimento della propria attività.

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